Sia punta all’estero e alla borsa: Ipo da un miliardo entro l’estate

Sia – società italiana attiva nel digital payment e nelle transazioni economiche virtuali – vuole farsi strada sul mercato e consolidare la propria presenza internazionale. Sul secondo obiettivo c’è già un passo concreto: il Canada ha scelto la società italiana per la gestione dei pagamenti a importo elevato della piattaforma nazionale Linx. Sulla quotazione, per ora, si tratta di un’ipotesi al vaglio degli azionisti: «La decisione potrebbe arrivare prima dell’estate» ha spiegato l’amministratore delegato Nicola Cordone (foto).

L’Ipo in discussione ammonta a un miliardo, a fronte dei 3-4 miliardi di valore della società, i cui soci principali sono la Cassa depositi e prestiti, Poste Italiane, F2i, il fondo Hat Orizzonte e alcuni istituti di credito. Il miliardo per l’Ipo deriverebbe, in parte, da un aumento di capitale contestuale alla quotazione e, in parte, dalla cessione di una tranche delle quote nelle mani dei soci.

Il piano industriale 2019-2021 prevede un obiettivo ricavi sopra gli 800 milioni a fine triennio senza, per ora, ricorrere a operazioni straordinarie. La società ha chiuso il 2018 con utili sopra ai 600 milioni e con un Ebitda sopra i 200 milioni per un margine sui ricavi del 32% circa.

La crescita, per Sia, è un dato di fatto, in linea con una sempre maggiore digitalizzazione dei pagamenti: solo in Italia, il paese più indietro nell’abbandono del contante, nel 2017 i nuovi pagamenti digitali (mediante carte contactless, app per smartphone o su piattaforme di e-commerce) sono cresciuti del 50% rispetto all’anno precedente, generando un traffico di 46 miliardi. Ma il terreno fertile per l’espansione di Sia, la presenza in Danimarca, Norvegia e Svezia (a cui si aggiunge quella in Canada) a fianco delle banche centrali lo dimostra, sono i paesi esteri: in Europa, i pagamenti elettronici sono stati il 63% del totale, contro il 17% dell’Italia.

Le mosse  per l’espansione non si limitano alla quotazione: sul tavolo c’è un piano industriale da 900 nuove assunzioni e possibili operazioni di m&a, come la fusione con Nexi, altra società italiana attiva nel digital payment, su cui si stanno confrontando gli advisor finanziari nominati dai soci: Jp Morgan e Bofa-Merrill Lynch. Non scontata se si pensa che Nexi punta a sua volta all’Ipo entro aprile e che, come ha detto lo stesso Cordone, «la fusione con Nexi non è in linea con il nostro obiettivo di crescita internazionale, anche se può essere interessante per rinforzarsi prima di muoverci verso l’estero». Questo per quanto riguarda le due società italiane, ma Sia è anche in short list per una acquisizione in Portogallo e una in Austria: le offerte finali sono previste entro l’estate.

Cordone ha sottolineato che Sia può investire in acquisizioni autonomamente fino a circa 500 milioni, aumentando la leva finanziaria che al momento vede un rapporto di 2,3 volte tra posizione finanziaria ed Ebitda.

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