UniCredit, 8mila dipendenti in meno nel piano al 2023. Agli azionisti 16 miliardi

Razionalizzazione, taglio dei costi e aumento della base di clienti. Il piano strategico al 2023 di UniCredit si fonda su questi pilastri. E, come era nelle attese, una delle leve per incidere sui costi passa dalla riduzione del personale. Nelle settimane scorse, peraltro, indiscrezioni di stampa parlavano di 10mila tagli, mentre il dato annunciato stamane dal gruppo guidato da Jean Pierre Mustier (nella foto) è meno alto, per quanto sempre impressionante: 8mila dipendenti in meno nell’arco del piano.

L’obiettivo di Team 23 (questo il nome del piano) è creare 16 miliardi di valore per gli azionisti. Per farlo la banca di piazza Gae Aulenti intende proporsi come “banca di riferimento per le pmi europee”, si legge in un comunicato, e, così, aumentare la base clienti, facendo segnare una crescita annua media dei ricavi dello 0,8%, sino a giungere a 19,3 miliardi nel 2023; il piano presuppone l’Euribor a tre mesi a fine periodo a circa -50 punti base tra il 2019 e il 2022, in rialzo a -40 punti base nel 2023. La banca, inoltre, punta ad avere un RoTE pari o superiore all’8% nell’arco del piano, a raggiungere un utile netto sottostante di 5 miliardi nel 2023 e a registrare una crescita annua media dell’utile per azione del 12%.

La focalizzazione sulle pmi dovrebbe tradursi in una crescita annua media dei ricavi da questo segmento di business del 3% in Europa occidentale. Per quanto riguarda la clientela retail, UniCredit intende puntare sui canali digitali, portando la percentuale di impiego al 60% nel 2023 dal 45% del 2018.

La riduzione dei costi passerà attraverso la rinuncia totale alla carta in Italia da metà dell’anno prossimo; le divisioni retail di Germania e Austria saranno paperless nel 2021 e la regione Cee (Europa centro-orientale) entro il 2023. “La dematerializzazione dei processi”, recita la nota, “che porterà alla banca retail paperless, produrrà risparmi di costo pari a oltre 150 milioni l’anno entro il 2023. L’eliminazione della carta consentirà alla banca di implementare lo straight-through processing, che velocizzerà le transazioni, consentirà lo scambio di documenti digitali tra la banca e i clienti e offrirà una gamma più ampia di contratti digitali, facilitando il maggiore utilizzo della firma digitale”.

I costi scenderanno dello 0,2% medio l’anno, arrivando a 10,2 miliardi nel 2023- Nella sola Europa occidentale i risparmi lordi saranno pari a 1 miliardo, ovvero il 12% della base di costo 2018.

E qui si arriva al punto dei taglio dei dipendenti e delle filiali (che il comunicato definisce “FTE”, ovvero full-time equivalent): “Questi risparmi saranno in parte ottenuti attraverso la riduzione ulteriore di circa 8mila FTE nell’arco del piano”. Per quanto riguarda le filiali, è prevista la chiusura di circa cinquecento unità tra quest’anno e il 2023. La banca, per la riduzione di personale e filiali, sosterrà costi pari a 1,4 miliardi negli esercizi 2019 e 2020.

Non solo taglio dei costi: il piano prevede investimenti totali in IT in crescita del 17%, con un investimento medio di 900 milioni l’anno. La spesa totale in IT nei quattro anni del piano sarà pari a 9,4 miliardi.

Per quanto riguarda i rischi finanziari e i crediti non performing, UniCredit conferma il rundown del portafoglio non core entro fine 2021, nonché la riduzione delle esposizioni creditizie deteriorate (npe) inferiori a 8 miliardi entro fine 2019 e inferiori a 5 miliardi entro la fine dell’anno prossimo. Il costo del rischio è stimato a 40 punti base nel 2023 e il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e totale crediti lordi sotto il 3,8% a fine piano. Le esposizioni deteriorate lorde sono previste inferiori a 20 miliardi a fine piano (erano pari a quasi 60 miliardi alla fine del 2015).

La banca prevede di creare una subholding, con sede in Italia e non quotata, per le attività internazionali. Sul fronte degli asset internazionali, confermate le anticipazioni di stampa sulla cessione del 9% della banca turca Yapi ve Kredi Bankasi, con conseguente scioglimento della joint venture Koc Financial Services .

Per quanto riguarda la politica di payout, UniCredit intende distribuire il 40% dell’utile netto nel periodo 2020-2022, portando la percentuale al 50% nel 2023; la distribuzione di capitale avverrà sotto forma di dividendi cash e riacquisti di azioni; in totale, dunque, nel periodo di piano agli azionisti verranno distribuiti 81 miliardi, inclusi 2 miliardi di buyback. Il patrimonio netto tangibile crescerà di 81 miliardi.

Guardando ai requisiti patrimoniali, UniCredit punta a mantenere il Cet1 Mda buffer tra 200 e 250 punti base nell’arco del piano, mentre lo Srep pillar 2 capital requirement (P2R) scenderà di 25 punti base, a 175 pb.

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