Lindorff/Intrum Justitia nomina il management team italiano

Prende forma il management team italiano di Lindorff/Intrum Justitia, l’operatore mondiale dei servizi al credito nato dall’unione della norvegese Lindorff e della svedese Intrum Justitia, che sarà guidato da Antonella Pagano (nella foto), recentemente nominata managing director del gruppo in Italia (leggi qui la notizia). “Dal 27 giugno scorso, giorno della fusione tra i due gruppi, abbiamo lavorato per mettere insieme i team a livello di operations, con l’idea di unire competenze che venissero da entrambe le realtà – spiega Pagano a financecommunity.it – ma abbiamo anche portato avanti una campagna di recruitment per aggiungere al team nuove capacità in linea con i nostri obiettivi. Sono molto soddisfatta della squadra che abbiamo costruito”.

Il team

In Italia Lindorff/Intrum Justitia può contare su un team di circa 150 persone, suddivise fra le sedi di Milano, Bologna e Bari che operano su oltre 250 clienti attivi, mentre il management team annunciato oggi e anticipato da financecommunity.it è formato da professionisti con esperienze in diversi ambiti.

Nel dettaglio, responsabile dell’integrazione delle strutture in Italia è Francesca Carafa, una esperienza pluriennale maturata in diverse realtà operanti nei servizi al credito e poi fondatrice di Gextra, società specializzata nei servizi di recupero crediti di piccole dimensioni recentemente acquisita da Lindorff (leggi qui la notizia).

Maria Grazia Pacifico, da tanti anni nel mondo degli NPL sia come CEO di Cofactor (gruppo Mediobanca) che come advisor per altre realtà avrà la responsabilità della Compliance. A Fausto Travisi, che in Intrum Justitia Italia ricopriva il ruolo di NPL Director e Temporary Managing Director, va la responsabilità delle Sales.

Responsabile Investimenti sarà Alberto Marone che proviene dalla sede Londinese di UBS Investment Bank dove ricopriva il ruolo di Director nel team Europeo di Debt Capital Markets e Solutions. Con precedenti esperienze in società di gestione britanniche, Marone torna in Italia dopo quasi 12 anni trascorsi nella capitale inglese.

Roberto Guidi sarà il Responsabile Operations; Guidi proviene da Deutsche Bank dove era Head of Work Out & Collection Private Clients in Credit Risk Management e aveva la responsabilità di sviluppo, gestione e strategie degli accantonamenti per tutti i portafogli della clientela privata. In questo ruolo Guidi era anche responsabile per il nostro Paese della vendita dei portafogli di NPL.

Responsabile Finance sarà Gianfranco Iemmi, dal 2003 in Intrum Justitia Italia con responsabilità crescenti fino a divenirne Direttore Amministrativo, mentre Diego Leccardi andrà la responsabilità dell’IT; Leccardi  proviene da Intrum Justitia dove ha lavorato per 10 anni come IT Director e, nell’ultimo anno, anche come Collection Strategy Manager .

HR manager sarà Gianmarco Minoli, dal 2016 in Intrum Justitia  precedentemente HR Manager in diverse aziende multinazionali e poi temporary manager e consulente per varie realtà operanti in Italia. Infine, Fabrizio Puddu avrà la responsabilità delle attività di comunicazione. Puddu proviene da esperienze in agenzie di consulenza in comunicazione e in realtà aziendali (Accenture, Gruppo Digital Magics, Prelios).

Focus su quattro asset class

Ora il gruppo in Italia (“un Paese è sempre più competitivo che ha tanto da offrire”) ha molteplici obiettivi: “Innanzitutto continuare a operare nel nostro mercato tradizionale, ossia quello del consumer unsecured, in continuità con lo storico delle nostre società”, spiega Pagano.

In secondo luogo, aggiunge, “intendiamo guardare anche ad altre asset class come il segmento delle piccole e medie imprese e il secured, forti dell’esperienza che abbiamo avuto in Spagna dopo l’acquisizione della piattaforma Aktua”. Il fronte secured, in particolare, “offre grandi potenzialità sia per gli sforzi del governo di agevolare la cartolarizzazione sia per la volontà di rafforzare il patto marciano e quindi favorendo una gestione migliore degli immobili sottostanti”.

Ma non solo. Il gruppo sta guardando anche al carve-out delle piattaforme bancarie di gestione dei non performing loans. “In pratica – spiega – all’interno della banca viene identificata una piattaforma di gestione degli  npls in seno alla banca. Questa poi viene venduta, assieme a contratti per la gestione dello stock dei crediti esistenti e di nuova produzione e al personale incaricato, a un soggetto terzo”. Per fare un esempio, si pensi alla piattaforma Juliet acquisita da Quaestio e Cerved. Si tratta del livello “più spinto di partnership delle banche”, osserva, ” e da la possibilità di instaurare “un rapporto di lungo periodo con gli istituti di credito”.

Investimenti per un miliardo

In Italia Lindorff/Intrum Justitia può dunque intervenire acquisendo “piattaforme bancarie o pacchetti di crediti ma anche gestendoli in outsource”.

Il gruppo, spiega Pagano, “ha una capacità di investimento come un fondo” ma “con un’ottica di lungo periodo”. In particolare, “a livello europeo, abbiamo oggi 1 billion di fondi da investire, e l’Italia è un importante destinatario di queste risorse”. Che sono destinate ad aumentare, in particolare dopo la cessione, a livello di gruppo, della controllata RemCo. “A livello quantitativo non abbiamo limiti agli investimenti”, conclude Pagano, “tutto dipenderà dalle opportunità che troveremo e sono sicura saranno molte in Italia”.

Noemi

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