Poste studia un bond con Citi, Imi e JpMorgan per acquisire Pioneer
Poste Italiane si prepara a lanciare sul mercato un bond per finanziare l’acquisizione di Pioneer. Ma intanto stringe sul consorzio di banche destinate a contribuire al bridge loan da 2 miliardi di euro complessivi per finanziare pro-quota l’acquisizione di Pioneer. Tra le banche disposte a finanziare il gruppo guidato da Francesco Caio (nella foto) ci dovrebbero essere Citi, che è anche advisor della società nell’operazione, JpMorgan e Banca Imi, mentre altri 2 o 3 istituti dovrebbero aggiungersi nei prossimi giorni. Il finanziamento-ponte cui sta lavorando Poste, nel caso in cui l’acquisizione di Pioneer andasse a buon fine, dovrebbe dunque lasciare il posto a un’emissione obbligazionaria di valore equivalente, che sarà lanciato entro 5-6 mesi dal closing dell’operazione, quindi nella seconda metà del 2017. Per Poste questo bond sarebbe il secondo, dopo l’emissione da 750 milioni lanciata nel 2013 e che andrà a scadenza nel giugno 2018.
Di tempo per strutturare l’operazione ce n’è, considerando anche che la data per la consegna delle offerte vincolanti, attese da UniCredit da parte dei quattro soggetti entrati in data room -la cordata composta da Poste, Cdp e Anima, la francese Amundi, Macquarie e Aberdeen – è stata posticipata dal 3 al 10 novembre. Secondo le indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, Poste Italiane in fase di offerta non vincolate avrebbe avanzato una proposta economica di 3,2 miliardi mentre la concorrente Amundi in fase non vincolante abbia proposto 3,6 miliardi.