Amundi acquisisce Pioneer da UniCredit per 3,5 miliardi
Alla fine è il gruppo francese Amundi, controllato da Credit Agricole, ad aaggiudicarsi Pioneer Investments, l’asset management di UniCredit, per un importo in contanti pari a 3,545 miliardi di euro. In aggiunta, UniCredit ricevera? da Pioneer, prima della chiusura dell’operazione, un dividendo straordinario pari a 315 milioni.
L’operazione sara? finanziata da capitale disponibile per circa 1,5 miliardi di euro, da un aumento di capitale di circa 1,4 miliardi di euro (attraverso l’emissione di diritti di opzione) e 0,6 miliardi di euro di debito senior e subordinato. L’aumento di capitale sara? dunque lanciato nel primo semestre 2017 e sara? sottoscritto dal Gruppo Cre?dit Agricole che sosterra? l’offerta e conservera? una quota pro forma minima del 66,7%.
Per la società d’oltralpe, si tratta di un’acquisizione fortemente strategica. Pioneer e? infatti una societa? di asset management di scala mondiale con un profilo geografico e una tipologia di business complementari rispetto ad Amundi, con masse gestite pari a 2221 miliardi di euro, di cui la gran parte afferenti ad attivi retail.
Nell’operazione Goldman Sachs International, con Francesco Pascuzzi e Julien Petit, Mediobanca e Cre?dit Agricole CIB hanno svolto il ruolo di consulenti finanziari di Amundi, mentre UniCredit si e? avvalsa di J.P. Morgan, Morgan Stanley e UniCredit Corporate & Investment Banking.
L’entita? risultante dall’integrazione sarà l’ottavo asset manager a livello globale, con masse in gestione pari a 1.2761 miliardi, il primo in Francia e fra le prime tre sgr in Italia e in Austria. L’Italia in particolare diventera? il secondo mercato domestico di Amundi, con masse in gestione pari a 160 miliardi, soprattutto a Milano dove l’organico e? “destinato a crescere in misura significativa”, riporta una nota del gruppo.
Non solo. Con l’integrazione Amundi potrà “beneficiare di una piattaforma gestionale e distributiva negli Stati Uniti di primaria importanza” e “rafforzare la propria posizione nel servizio alle reti retail”, aumentando “il peso dei clienti retail a piu? alto margine che, dopo l’operazione, passeranno dall’attuale 27% al 35%”.
L’operazione prevede inoltre la creazione di una partnership strategica di lungo periodo fra Amundi e UniCredit per la distribuzione di prodotti di risparmio gestito. L’accordo consentira? ad Amundi di rafforzare la propria posizione quale fornitore di riferimento di soluzioni di risparmio per la clientela retail in Europa, mentre le reti UniCredit beneficeranno dell’esperienza del gruppo guidato dal ceo Yves Perrier che consiste nel combinare una piattaforma industriale.
A livello di numeri, il matrimonio tra le due realtà dovrebbe produrre su base annuale sinergie ante imposte per circa 180 milioni di euro, a pieno regime entro 3 anni: circa 150 milioni di sinergie di costi dovrebbero essere realizzate con all’unificazione delle piattaforme di investimento, all’ottimizzazione dei servizi IT e alla razionalizzazione dei costi amministrativi e di back-office; 30 milioni di euro in sinergie nei ricavi sono attesi dal potenziale cross selling e da altre forme di ottimizzazione dei ricavi. I costi totali di integrazione sono stimati a circa 190 milioni di euro ante imposte e dovrebbero essere realizzati nel 2017 e 2018.
Inoltre, l’acquisizione di Pioneer dovrebbe generare un aumento dell’utile per azione di Amundi di circa il 30%, contabilizzando l’effetto su base annuale delle sinergie ed escludendo i costi di ristrutturazione. Il ritorno sull’investimento dell’acquisizione entro tre anni e? in linea con il target di Amundi del 10%. Quanto a UniCredit, l’operazione generera? una plusvalenza netta a livello consolidato pari a 2,2 miliardi nel 2017, con un impatto positivo sul Common Equity Tier 1 di UniCredit stimato in circa 78 punti base. Cifre che sono una boccata di ossigeno per la banca guidata da Jean Pierre Mustier (nella foto), alle prese con un aumento di capitale a doppia cifra, oltre i 10 miliardi.
La conclusione dell’operazione dovrebbe avvenire nella prima meta? del 2017.