Borsa Italiana, attesa per manifestazioni interesse. Euronext con Cdp. Gli advisor

Sono attese per venerdì 21 agosto le manifestazioni d’interesse per Borsa Italiana, attualmente parte del London Stock Exchange Group (Lse).

E’ quanto riferiscono diverse fonti vicine alla situazione, aggiungendo che, sebbene manchino poche ore alla scadenza, la situazione resta fluida in virtù del ruolo della politica nella partita.

Il 31 luglio scorso Lse ha ufficializzato di aver avviato discussioni esplorative per la cessione di Borsa Italiana.

Il gruppo londinese ha reclutato Morgan Stanley e Goldman Sachs come advisor finanziari per valutare le proposte.

Euronext non ha mai nascosto di puntare ad integrare il listino milanese nella piattaforma paneuropea di trading. Giovanni Vecchio, rappresentante in Italia di Euronext, lo disse esplicitamente in un’intervista a Mag del dicembre scorso.

Secondo le fonti, Euronext ha dato vita a una cordata con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per definire la proposta a Lse. Al fianco del consorzio c’è un’accoppiata di advisor finanziari formata da Mediobanca e JP Morgan, sebbene ancora non vi sia un incarico formale alle due banche d’affari.

La composizione della cordata Euronext-Cdp è ancora in fase di definizione, dato che una componente della maggioranza di governo, ovvero il Movimento Cinque Stelle, spinge affinché cresca la matrice italiana attraverso il coinvolgimento di Intesa Sanpaolo e forse di altri investitori istituzionali (banche, assicurazioni, fondi pensione). L’ipotesi che il futuro di Borsa Italiana passasse dalle mani di Cdp e Intesa Sanpaolo era contenuta in un articolo di Mag del gennaio scorso.

Le fonti fanno notare che il coinvolgimento di Cdp sarebbe in linea con la storia di Euronext, che ha visto i fondi sovrani nazionali affiancare le società di trading nella fase di ingresso nella piattaforma paneuropea. Tuttora, in effetti, Caisse des Dépôts et Consignations è titolare dell’8% del capitale e Société Fédérale de Participations et d’Investissement/ Federale Participatie – en Investeringsmaatschappij (la Cdp del Belgio) ha in mano il 4,5%. Insomma, la società guidata da Fabrizio Palermo seguirebbe una tradizione consolidata e farebbe da garante affinché gli interessi italiani non vengano messi a margine nel gruppo paneuropeo.

Una manifestazione d’interesse per Borsa Italiana è attesa anche da Deutsche Boerse, assistita da Citi. Difficile, invece, che ai nastri di partenza si presenti Six, la società che gestisce il listino di Zurigo e che recentemente ha acquisito Bolsas y Mercados Españoles, a cui fa capo il listino di Madrid, strappandola proprio a Euronext perché ha messo sul piatto 2,84 miliardi di euro, cifra ritenuta eccessiva da Parigi.

Pare tramontata l’ipotesi, ventilata nelle settimane scorse, di scorporare Mts, la società che gestisce il trading di obbligazioni, e venderla separatamente da Borsa Italiana.

La delicatezza politica della partita è tale che viene seguita direttamente da Palazzo Chigi e Mef, alla ricerca di una soluzione di lungo termine e di respiro internazionale per la società attualmente guidata da Raffaele Jerusalmi, senza scontentare i partiti che sostengono il governo.

Nel cosiddetto decreto Agosto è stata inserita una norma che attribuisce a Consob una sorta di potere di veto sul passaggio di quote di Borsa Italiana. La commissione guidata da Paolo Savona potrà opporsi all’acquisto di partecipazioni rilevanti nelle società di gestione del mercato (Borsa Italiana e Mts) qualora metta a repentaglio la “gestione sana e prudente del mercato, valutando tra l’altro la qualità del potenziale acquirente e la solidità finanziaria del progetto di acquisizione”. Difficile, però, immaginare che Consob possa opporsi a una soluzione che, con il benestare del governo (del premier Giuseppe Conte e del ministro Roberto Gualteri), coinvolga Cdp e altri investitori istituzionali italiani.

Noemi

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