Carige, via ad aumento di capitale 700 milioni. Amco attende npe per 2,8 miliardi

E’ partito il periodo in cui è possibile aderire all’aumento di capitale di 700 milioni di Banca Carige, finalizzato al ritorno alla quotazione delle azioni ordinarie.

L’offerta agli azionisti, si legge in un comunicato, è iniziata stamattina, alle 9, e terminerà il 13 dicembre, alle 14. Ieri Consob ha approvato il prospetto informativo.

L’aumento s’inquadra nella manovra di rafforzamento patrimoniale, che prevede anche la cessione dei crediti non performing per un ammontare pari a circa 2,8 miliardi e l’emissione delle obbligazioni subordinate Tier 2 per un importo di 200 milioni. (Per leggere i dettagli della manovra di salvataggio clicca qui)

La nota di Carige ricorda che tutte le componenti della manovra di salvataggio sono legate, ovvero gli impegni di sottoscrizione dell’aumento di capitale assunti da Schema Volontario di Intervento, Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e Cassa Centrale Banca “sono sospensivamente condizionati alla stipula di un accordo di servicing tra Amco e Credito Fondiario“, e alla cessione alla società guidata da Marina Natale dei crediti deteriorati oggetto del Progetto Hydra (esclusa Cessione Messina e Cessione Leasing), nonché alla sottoscrizione delle obbligazioni subordinate Tier 2. Due giorni fa Amco ha aumentato il capitale di 1 miliardo, tra l’altro, per realizzare l’acquisizione di npe da Carige.

Il comunicato rende noto che il 2 dicembre scorso è stato notificato un ricorso del rappresentante comune degli azionisti di risparmio finalizzato a bloccare le deliberazioni dell’assemblea straordinaria del 20 settembre, che potrebbe portare a “un’eventuale richiesta di sospensione degli effetti della delibera di aumento di capitale”.

Carige ricorda che, attualmente, “sussistono significative incertezze in merito alla prospettiva della continuità aziendale”. Nel primo semestre, infatti, il gruppo ha registrato una perdita di 428,5 milioni, in peggioramento rispetto al rosso di 272,8 milioni di fine 2018. Nella seconda metà verranno contabilizzati le svalutazioni sui crediti ceduti e i costi legati alla riduzione del personale. Di conseguenza, l’anno in corso registrerà una perdita “significativamente” negativa, attorno a 783 milioni, in lieve peggioramento rispetto a quanto indicato dal piano strategico (779 milioni).

Le negoziazioni delle azioni Carige sono sospese dal 2 gennaio scorso. Per poter tornare agli scambi, ricorda la nota, dopo l’aumento il flottante dovrà essere superiore al 10% del capitale.

Con una lettera ai dipendenti, alcuni giorni or sono i commissari straordinari di Carige –  Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener (nella foto) – hanno anticipato che, una volta completato il percorso di risanamento, faranno un passo indietro e la banca avrà un nuovo management.

Noemi

SHARE