Quando il fintech serve alle imprese (e gli studi)
Crescita internazionale, sedi all’estero, aumento delle risorse. Tutti traguardi che praticamente ogni realtà interessata a sviluppare il proprio business, studi professionali compresi, vorrebbe raggiungere. Ma se mettiamo da parte la magia e ci concentriamo sugli aspetti pratici, questa crescita spesso e volentieri è tutt’altro che facile da gestire, soprattutto per ciò che riguarda la gestione delle spese. È qui che interviene il fintech.
La tecnologia applicata alla finanza non è utile infatti solo alle società del settore o a velocizzare i pagamenti ma può intervenire anche per rendere più efficiente la gestione dei processi aziendali. La combinazione sembra funzionare e il successo ottenuto da Soldo, scaleup fondata nel 2014 da Carlo Gualandri, veterano dell’Internet made in Italy e uno dei padrini di Virgilio, Fineco e Gioco Digitale, lo dimostra.
Otto miliardi
Nel giugno 2017 Soldo ha chiuso un round di finanziamento da 11 milioni di dollari, tra i più alti di quell’anno, realizzato con la partecipazione quale investitore principale di Accel, uno dei fondi di venture capital più grandi con un track record di investimenti in big della Silicon Valley tra cui BlaBlaCAr, Deliveroo, Spotify e Dropbox. Era la prima volta che un top venture capital sopportava una fintech italiana. Della partita sono stati anche Connect Ventures, InReach Ventures, U-Start e R204 Partners.
Oggi la scaleup, come spiega a MAG Luca Scagliarini (foto), vice presidente marketing di Soldo, «conta 15mila clienti in tutta Europa, in particolare in Italia e nel Regno Unito dove abbiamo anche la nostra sede, e 100 dipendenti». Per il 2019 «prevediamo di raddoppiare il numero di clienti» in quanto, sottolinea il manager, esistono «grandi opportunità di mercato» soprattutto perché «le aziende hanno bisogno di tanto aiuto per ciò che riguarda l’automazione dei processi interni, in particolare quando si tratta di spese».
Nel dettaglio, spiega, «le realtà imprenditoriali hanno due tipi di uscite, le spese aziendali e quelle dei dipendenti, dai viaggi agli acquisti on site fino al carburante. Gestirle non è semplice».
Per dare l’idea di cosa stiamo parlando, stando a una ricerca commissionata da Soldo a YouGov, nel Regno Unito su 1.200 piccole e medie imprese il costo complessivo per la gestione contabile delle spese è di 8,27 miliardi di sterline ogni anno. Ogni azienda impiega in media almeno quattro ore alla settimana nella gestione di queste attività e i relativi costi pesano, soprattutto per le realtà più piccole.
Questa difficoltà si riscontra in tutte le società di tutti i settori, «pensiamo ad esempio al no profit in cui lavorano tante persone spesso in giro per diverse parti del mondo, o per le produzioni cinematografiche e multimediali ma anche per le realtà professionali di consulenza», evidenzia il manager. Studi legali compresi: «Abbiamo qualche decina di law firm clienti di tutte le dimensioni», aggiunge, specificando che «ogni azienda ha le sue necessità, c’è chi vorrebbe diminuire l’uso del contante, stabilire dei budget limitati e chi invece punta a contenere le emergenze di cassa».
Gestione in tempo reale
Per questi motivi sempre più aziende si rivolgono alla tecnologia. In questo contesto si inserisce Soldo, che consente di delegare, controllare e tracciare in tempo reale le uscite aziendali e quelle dei collaboratori attraverso l’uso di carte prepagate, un programma di gestione su web e una app per i dispositivi mobili.
Nel dettaglio, spiega Scagliarini, «offriamo un conto multiutente dal quale è possibile aprire dei sotto-conti intestati sia ad altre persone sia a centri di spesa non nominali. Ogni conto più avere la sua carta o una prepagata attraverso la quale il dipendete può effettuare le spese». I conti…
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