Mps con Lazard verso la cessione npl e l’aumento di capitale

È Lazard l’advisor finanziario che sta affiancando e ha affiancato in queste settimane Monte dei Paschi di Siena nella definizione di un piano che possa consentire la messa in sicurezza e quindi il rilancio della banca senese.

In particolare, la banca d’affari sta assistendo l’istituto guidato da Fabrizio Viola nella messa a punto del piano che prevede cessione portafoglio npl separazione good e bad bank e anche nell’aumento di capitale con un team guidato dai managing directors Massimo Pappone (nella foto), responsabile Fig, e Giacomo Liberti sul lato npl e securitisation.

In queste ultime ore gli advisor hanno anche dovuto valutare il piano presentato ieri in serata da Ubs e dall’ex ministro Corrado Passera (foto a sinistra). Proposta che sarebbe dovuta essere presentata al consiglio di amministrazione in programma per oggi 29 luglio ma che invece è saltata, il che sancisce una sorta di bocciatura da parte dei consiglieri, mentre nel frattempo è arrivato l’ok definitivo della Banca Centrale Europea al piano di rilancio del Monte messo a punto dall’advisor assieme con Jp Morgan e Mediobanca.

Il disco verde da parte della Vigilanza Unica, arrivato al termine di un board iniziato alle 11 di oggi, dà dunque il via libera al piano già preparato e presentato nei giorni scorsi e quindi alla maxi-cartolarizzazione dei 27 miliardi di euro di sofferenze lorde (circa 10 miliardi nette) e al successivo aumento di capitale, che nelle attese dovrebbe attestarsi sui 5 miliardi di euro.

Francoforte avrebbe anche concesso a Siena di non tenere conto delle cessioni dei crediti in sofferenza ai fini della ponderazione dei rischi sui crediti, riducendo così di 2 miliardi il fabbisogno complessivo in termini di nuovo capitale. 

Nel dettaglio, la separazione delle sofferenze avverrà con la creazione di un veicolo in cui gli Npl verranno divisi in varie tranche. Il piano pevede infatti una maxi-cartolarizzazione in cui il collocamento delle tranche senior sarà garantito da un prestito ponte da circa 6 miliardi emesso da Jp Morgan in primis e sottoscritto da un pool di banche fra le quali dovrebbero esserci, per il momento, Bofa Merrill Lynch, Deutsche Bank, Credit Suisse, Citi e Goldman Sachs. 

Il prestito a sua volta si appoggerà sulle Gacs, le garanzie di natura pubblica sempre sullo stesso tipo titoli senior. In questa partita il fondo Atlante 2 dovrebbe invece farsi carico della tranche mezzanina della cartolarizzazione mentre la tranche junior verrà distribuità agli azionisti Mps in una sorta di dividendo in natura, le cui modalità tecniche sono allo studio. Per la cessione dei 10 miliardi di Npl si ipotizza un prezzo medio attorno a 30-32% del valore nominale, livello che porterebbe per Mps a una perdita inferiore ai 2 miliardi. 

Tolti dal bilancio questi 9,7 miliardi di npls, il passo successivo è dunque l’aumento di capitale per un ammontare pari a 5 miliardi, con capitali privati raccolti da JpMorgan e Mediobanca. Oltre alle due capofila all’aumento dovrebbero partecipare anche Morgan Stanley, Goldman Sachs e Bofa-Merrill Lynch.  

Quanto allo schema proposto da Passera e Ubs, anche in questo caso era prevista la cessione delle sofferenze con l’ausilio di Atlante, ma la ricapitalizzazione sarebbe stata ridotta a 2,5-3 miliardi colmando la carenza patrimoniale con la conversione volontaria parziale dei prestiti subordinati. Ma la strada per Mps, evidentemente, è già segnata.

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