Mps, ok condizionato Bce alla bad bank, dovrà emettere Tier2 per 250 mln

Banca Monte dei Paschi di Siena (nella foto, l’amministratore delegato Guido Bastianini) ha ottenuto l’ok della Bce alla creazione della bad bank, sebbene condizionato all’emissione di strumenti subordinati. Francoforte ha inviato al cda dell’istituto toscano la cosiddetta “draft decision” sull’operazione di scissione non proporzionale con opzione asimmetrica, progetto inviato alla vigilanza europea il 30 giugno scorso.

Dato che Mps, come si legge in un comunicato, ha deliberato di non opporsi alle richieste della Bce, la “final decision” è attesa nei tempi previsti.

Il semaforo verde è subordinato all’emissione di strumenti subordinati per almeno 250 milioni, “ammissibili per l’inclusione nel patrimonio di base di classe 2 (Tier2)”, trovando, contestualmente, “uno o più investitori di adeguato standing (inclusi, se del caso, qualsiasi ente pubblico o entità affiliata)” che sottoscrivano il Tier2 entro il 31 dicembre prossimo.

Altra condizione posta da Francoforte è l’emanazione di un provvedimento legislativo che, alla data di efficacia della scissione, “accantoni i fondi pubblici necessari per la sottoscrizione
di strumenti di capitale emessi a condizioni di mercato da qualsiasi società pubblica italiana
(fermo restando che gli strumenti di capitale includono gli strumenti subordinati ammissibili
come Tier 1 aggiuntivo e il Tier 2)”. La legge dovrà “consentire al ministero dell’Economia e delle Finanze di sottoscrivere, nei limiti dei fondi pubblici accantonati, fino al 70% dell’importo degli strumenti di capitale emessi per ripristinare il rispetto da parte di Mps
dei requisiti patrimoniali complessivi, fermo restando che almeno il 30% del relativo importo deve essere sottoscritto da investitori privati”.

Inoltre, prima della data di efficacia della scissione, Mps dovrà inviare alla Bce almeno tre comfort letters, emesse da diverse banche d’investimento, che attestino la capacità della banca senese di far sottoscrivere da investitori privati almeno il 30% degli strumenti Tier1 aggiuntivi potenzialmente emessi.

Da ultimo, la Bce chiede che l’assemblea straordinaria di Mps approvi le modifiche statutarie necessarie all’efficacia della scissione.

Completato il processo di scissione della bad bank, già destinata ad Amco, dunque, Mps potrà valutare le opzioni strategiche, insieme all’advisor finanziario Mediobanca, ovvero, con ogni probabilità, convolare a nozze con uno dei player del settore che deve necessariamente aumentare la taglia dopo la mossa di Intesa Sanpaolo su Ubi.

Noemi

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