Aspi, la spagnola Acs offre 10 miliardi, punta all’integrazione con Abertis
Il gruppo di costruzioni spagnolo Acs, guidato da Florentino Perez (nella foto) e socio di Atlantia nel gruppo spagnolo di autostrade Abertis, ha messo sul piatto 10 miliari di euro per Autostrade per l’Italia (Aspi). Acs, dunque, supera l’offerta da 9,1 miliardi di euro presentat dal consorzio Cdp Equity-Blackstone Infrastructure Partners-Macquarie Infrastructure and Real Assets. La notizia è stata anticipata da Bloomberg e Financial Times, per poi essere ripresa – con la pubblicazione della lettera inviata da Perez ad Atlantia – da tutti i media italiani e internazionali.
Nella partita, gli advisor finanziari di Atlantia e Aspi sono Mediobanca, JP Morgan e Bank of America-Merrill Lynch (che agisce con un team guidato dal country head Antonino Mattarella). Cdp si avvale della consulenza di Citi e UniCredit. Lazard è al fianco di Blackstone e Macquarie si avvale della consulenza di Rothschild & Co, con un team guidato da Alessio De Comite. Inoltre, CC & Soci, la boutique di consulenza fondata e guidata da Claudio Costamagna, assiste come advisor strategico Blackstone e Macquarie.
Perez scrive: “Riteniamo che questa transazione rappresenti un’opportunità unica per Atlantia”, una mossa che “potrebbe essere il primo passo nella direzione di una futura fusione”. Acs è flessibile circa la struttura dell’operazione, che potrebbe includere altri investitori, compresa Cassa Depositi e Prestiti.
Perez nei giorni scorsi, in un incontro con gli investitori, aveva ribadito il suo interesse a creare un operatore dominante nel settore delle autostrade europee e che era aperto a un’operazione su Autostrade. “Contiamo di creare un grande gruppo di concessionari autostradali e saremmo lieti di farlo con i nostri partner italiani, ma, se non fosse possibile, cercheremo alternative”, aveva detto Perez, aggiungendo: “Abbiamo un partner da molti anni in Abertis e, poiché ha in corso anche la cessione di Aspi, prenderemo in considerazione con entusiasmo questa opzione”.
Nella tarda serata del 31 marzo scorso era stata inviata ad Atlantia l’ultima offerta vincolante del consorzio Cdp-Blackstone-Macquarie per l’acquisto della partecipazione dell’88,06% detenuta da Atlantia inAspi o anche per l’acquisto fino al 100% della concessionaria autostradale, in caso di esercizio del diritto di co-vendita da parte dei soci di minoranza.
Il consorzio, prima di quest’ultima, aveva già presentato tre proposte ad Atlantia, tutte rispedite al mittente. Secondo indiscrezioni, le due offerte preliminari precedenti valutavano Aspi 8,5- 9,5 miliardi, mentre l’offerta vincolante si è attestata a circa 9,1 miliardi, cioè molto meno rispetto a quanto stimato da Atlantia e dai suoi azionisti, che valutano Aspi 11-12 miliardi, utilizzando un metodo Rab based.
In particolare, quest’ultima è la cifra ritenuta congrua dall’hedge fund TCI, azionista di Atlantia al 10%; Chris Hohn, manager del fondo Tci (azionista di Atlantia con circa il 10%), ha manifestato soddisfazione per l’interesse spagnolo, spiegando di attendersi che il board di Atlantia “si impegni prontamente e professionalmente per esplorare l’opportunità di una combinazione di Abertis e Aspi”. Hohn ha aggiunto che il gruppo “Acs-Abertis sembra preparato ad offrire un prezzo più alto di Cdp per Aspi ed è chiaramente un partner industriale superiore a Blackstone e Macquarie. Aspi deve essere venduta al miglior offerente senza interferenze da parte del governo italiano”.