La seconda vita di Quadrivio
Quadrivio riparte. Dopo lo scossone che nel 2017 ha portato i due azionisti di maggioranza e fondatori della società di investimento, Alessandro Binello (nella foto a dx) e Walter Ricciotti (nella foto a sx) , a cedere le quote della sgr Quadrivio Italia – poi acquisita da Green Arrow –, ora il gruppo è ufficialmente tornato in pista. Stesso brand. Stessa strategia di investimento e stesso target, cioè medie imprese italiane d’eccellenza da far crescere.
Soprattutto stesso obiettivo: arrivare a una massa critica tale per essere competitivo sul mercato e fare investimenti in piccole e medie imprese. «Non abbiamo mai smesso di svolgere questo mestiere che facciamo da 20 anni», racconta il ceo Binello a MAG. Il gruppo riparte da una piattaforma internazionale, Q Group, che ha sede in Lussemburgo e Londra, e conta uffici a New York, Hong Kong e Milano. In totale la società ha 2 miliardi di euro di asset in gestione e circa 30 persone che lavorano nella struttura. L’obiettivo «è diventare leader nel mondo degli investimenti nel mid cap a livello nazionale e internazionale, mantenendo un’ottica industriale e focalizzandoci in alcuni settori», spiega il group ceo.
Investimenti per 600 milioni
Nel medio periodo, il piano prevede investimenti per 600 milioni di euro entro il prossimo anno. Al momento il team ha raccolto quasi 400 milioni di euro e investito circa il 35% in sei operazioni, attraverso due fondi. Il primo è Made in Italy Fund, fondo chiuso realizzato in collaborazione con David Pambianco, fondatore della piattaforma di consulenza e media dedicata al fashion e al design italiano il cui team di gestione comprende, oltre a Pambianco, Binello e Ricciotti, anche Alessio Candi e Mauro Grange. Il fondo, che investe in aziende dei settori dell’eccellenza del made in Italy come food, fashion e arredamento, ha raccolto circa 100 milioni, su un target di 200, e ha concluso quattro deal: l’acquisizione della maggioranza di Palladium Moda (leggi la notizia su financecommunity.it), società che progetta, produce e vende biancheria per uomo, donna e bambino con il marchio 120% Lino, quella di Mohd (leggi la notizia su financecommunity.it), azienda italiana attiva nella vendita e nella distribuzione online di arredamento di alta gamma, l’investimento in Prosit (leggi la notizia su financecommunity.it), azienda italiana del settore vitivinicolo e nelle scorse settimane l’acquisizione di Rougj (leggi la notizia su financecommunity.it), azienda italiana specializzata nella formulazione, produzione e distribuzione di prodotti di alta gamma destinati al canale farmacia.
Il secondo veicolo è Industry 4.0, realizzato in collaborazione con l’amministratore delegato di Roland Berger Roberto Crapelli, che è parte del team di gestione assieme con Binello, Ricciotti, Robert Koening e Pietro Paparoni. Le scelte strategiche di Industry 4.0 sono effettuate anche con il supporto di un senior advisory board qualificato, composto da Roland Berger (fondatore di Roland Berger Strategy Consultants), Lodovico Camozzi (presidente di Camozzi Group), Valerio De Molli (amministratore delegato di The European House of Ambrosetti), Piero Ferrari (vice presidente Ferrari) e Carlo Pelanda (avvocato e vicepresidente di Q Group).
Con Industry 4.0 «investiamo in aziende manifatturiere italiane che sono leader di nicchie di mercato e le facciamo crescere puntando sulla componente tecnologica. Portiamo quindi in azienda strumenti hardware e software e soprattutto competenze digitali che consentano l’integrazione e la digitalizzazione di tutta la filiera, assicurando così il massimo grado di efficienza a livello di ogni singolo processo. Le tecnologie…
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