Eni colloca due bond subordinati ibridi perpetui per 3 miliardi. Le banche dell’operazione

Eni ha collocato a investititori istituzionali due obbligazioni subordinate ibride perpetue, per un valore complessivo di 3 miliardi, a tasso fisso.

Per l’emissione dei due prestiti obbligazionari, Eni si è avvalso di un sindacato di banche composto da Barclays, BNP Paribas, Citi, Goldman Sachs International, HSBC, Santander, SMBC Nikko e UniCredit, che agiranno come joint lead manager. Barclays, guidata in Italia da Enrico Chiapparoli, opera in qualità di structuring agent e global coordinator, con due team: il primo, lato Dcm, composto da Riccardo Abbona (managing director, head of Dcm Rsg Italy & Greece – nella foto), Carlo Baronio (director), Andrea De Vivo (associate); il secondo team, lato coverage, vede la presenza di Andrea Pederzoli (director) e Davide Supino (associate).

I due bond, si legge in un comunicato del gruppo guidato da Claudio Descalzi, hanno ricevuto ordini per circa 14 miliardi di euro, principalmente da Regno Unito, Francia, Italia e Germania.

L’emissione ibrida, sottolinea la nota, “è il più grande collocamento di bond ibridi mai emesso da una società corporate italiana”.

Le caratteristiche principali delle due obbligazioni sono:
– Emissione perpetua subordinata ibrida dell’ammontare di 1,5 miliardi di euro, con periodo
di “non-call” di 5,25 anni, con un prezzo di re-offer del 99,403% e una cedola annua del 2,625% fino alla prima data di reset, prevista il 13 gennaio 2026. A partire da tale data, qualora non sia avvenuto il rimborso anticipato entro la prima data di reset, che coincide con l’ultimo giorno di rimborso anticipato, l’obbligazione ibrida 5,25 anni paga interessi annui pari al tasso Euro Mid Swap a cinque anni di riferimento incrementato di un margine iniziale di 316,7 punti base, incrementato di un ulteriore margine di 25 punti base a partire dal 13 gennaio 2031 e di un successivo aumento di ulteriori 75 punti base a partire dal 13 gennaio 2046;
– Emissione perpetua subordinata ibrida dell’ammontare di 1,5 miliardi di euro, con periodo di “non-call” di nove anni, con un prezzo di re-offer del 100% e una cedola annua del 3,375%
fino alla prima data di reset, prevista il 13 ottobre 2029. A partire da tale data, qualora non sia avvenuto il rimborso anticipato entro la prima data di reset, che coincide con l’ultimo giorno di rimborso anticipato, l’obbligazione ibrida nove anni paga interessi annui pari al tasso Euro Mid Swap a cinque anni di riferimento incrementato di un margine iniziale di 364,1 punti base, incrementato di un ulteriore margine di 25 punti base a partire dal 13 ottobre 2034 e di un successivo aumento di ulteriori 75 punti base a partire dal 13 ottobre 2049.

La data di regolamento prevista per le obbligazioni ibride è 13 ottobre prossimo. I titoli saranno successivamente quotati sul mercato regolamentato della borsa di Lussemburgo. Si prevede che le agenzie di rating assegnino alle obbligazioni un rating di Baa3 / BBB / BBB (Moody’s / S&P / Fitch) e un “equity credit” del 50%.

Noemi

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