Sanlorenzo, ipo per stabilizzare crescita e prendere nuovo slancio

Il produttore di yacht Sanlorenzo prevede di registrare una crescita moderata del fatturato nei prossimi anni, confermando l’attuale livello di ebitda margin e distribuendo agli azionisti il 30-40% dell’utile netto negli esercizi 2021 e 2022.

E’ quanto ha annunciato Massimo Perotti (nella foto a sinistra), presidente esecutivo e azionista di riferimento, nel corso di una conferenza stampa.

Sanlorenzo ha avviato il 27 novembre l’offerta di azioni che dovrebbe portarla ad approdare a Piazza Affari. L’ipo terminerà il 5 dicembre. Il debutto in borsa è previsto per il 10 dicembre.

Nell’ambito dell’offerta, Banca ImiBofA Securities e UniCredit Corporate & Investment Banking agiscono in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. Banca Imi è anche sponsor per l’ammissione alla quotazione delle azioni. Alantra, con Lorenzo Astolfi (nella foto di copertina), agisce in qualità di advisor finanziario della società. Lazard, con il managing director Alessandro Foschi, svolge il ruolo di advisor finanziario dell’azionista venditore.

I dettagli dell’operazione erano stati annunciati alcuni giorni fa.

Ieri la società spezzina ha reso noto che Consob ha approvato il prospetto informativo.

L’incontro con la comunità finanziaria ha costituito l’occasione per Perotti di ripercorre la storia di “un brand fra i più belli al mondo”, che  l’imprenditore, che lo acquistò nel 2004, ha trasformato in un player in grado di giocare da protagonista a livello mondiale, moltiplicando il fatturato. Tutto ciò mantenendo conservando i tratti distintivi del cantiere: “Barche sempre su misura”, dunque produzione limitata. “Facciamo mezzo miliardo di fatturato con cinquanta barche”, ha sottolineato il presidente. Negli ultimi anni, Sanlorenzo ha investito per incrementare la produzione, ma, ha puntualizzato Perotti, “resterà al di sotto delle cento unità”. Innovazione nella tradizione, insomma.

La storia del cantiere spezzino è segnata da una crescita esponenziale nei primi anni dopo l’arrivo di Perotti alla plancia di comando e da un rallentamento nel periodo 2009-2015, quando il quasi tracollo del sistema finanziario mandò a gambe all’aria una parte consistente del settore nautico. Rallentamento, ha rimarcato il presidente, ma sostanziale tenuta: “Anche negli anni difficili il fatturato ha retto e l’ebitda margin si è mantenuto attorno al 10%”. Non solo: “Non abbiamo fatto un giorno di cassaintegrazione”. In quegli “anni bui”, ha proseguito Perotti, sono state poste le basi per il balzo del periodo 2016-2019.  E ora, complice anche l’ipo, la stabilizzazione. “Non possiamo pensare di continuare a crescere ai tassi degli ultimi tre anni”, ha affermato. Per i prossimi anni “prevediamo una crescita moderata, qualcuno direbbe garbata…. nell’ordine di una cifra alta”. Perotti, però, ha preannunciato che la stabilizzazione servirà a “preparare un altro salto”.

L’imprenditore ha indicato le linee di sviluppo: “Investimenti nei mercati sottopenetrati”, in particolare Americhe e Asia Pacifico, ma senza M&A (“Restiamo monobrand”). E poi si tratta di sfruttare la crescita del mercato, che “ha spazi ampi”, dato che siamo lontani dai picchi toccati dalla nautica negli anni precedenti la crisi finanziaria. Inoltre, il numero di super-ricchi continua a crescere ed è poco penetrato dal settore: “Meno del 3% (dei cosiddetti Uhnwi) ha uno yacht”. I super-ricchi costituiscono il target di Sanlorenzo, “clienti che sono abituati al meglio”, che amano un prodotto che coniuga tradizione e innovazione (infatti, sette clienti su dieci comprano nuovamente un’imbarcazione Sanlorenzo), tanto da aver costituito un club formato da 900 persone. Per quanto riguarda il prodotto, Sanlorenzo è entrato nel segmento dei superyacht, ha messo in cantiere un open (arriverà nel 2021), entrerà nei multiscafo e dopo i sessanta piedi lancerà i cinquanta piedi.

Il direttore finanziario, Attilio Bruzzese, si è soffermato sui numeri; in particolare, sulla capex, che nel 2018 è arrivata al 14% del fatturato per effetto degli investimenti nei nuovi stabilimenti, ma che è già scesa al 12% quest’anno e “tornerà al 4-5%” fisiologico. A proposito di ampliamento della capacità produttiva, Sanlorenzo ha appena inaugurato il nuovo stabilimento di Ameglia (12mila metri quadri). A ogni modo, l’azienda spezzina manterrà “una struttura di costi flessibili”, grazie a un numero di dipendenti (450) decisamente inferiore rispetto ai concorrenti con fatturato simile.

Per finire, Perotti ha precisato che i proventi dell’aumento di capitale previsto dall’ipo andranno sostanzialmente ad azzerare l’indebitamento, che “a fine anno dovrebbe attestarsi a 75-80 milioni”, consentendo al gruppo di contrarre nuove linee di credito per investimenti futuri.

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